14 Giugno 2025
Chi guida la rivoluzione sostenibile? Ce lo rivelano i dati Istat


Il triennio 2020-2022 fotografa un’Italia che innova con pragmatismo, dove la dimensione aziendale fa ancora la differenza, ma cresce la consapevolezza che innovare – anche in modo sostenibile – non è più un’opzione, ma una necessità competitiva.

Per le PMI, il messaggio è chiaro: innovare conviene. Per le istituzioni, è il momento di rafforzare strumenti di supporto, agevolazioni e reti collaborative, perché l’innovazione è la chiave per un sistema produttivo più resiliente, competitivo e green.

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Innovazione delle imprese: il report Istat

Le imprese italiane cambiano pelle. Secondo il report Istat “L’Innovazione nelle imprese 2020-2022”, nel triennio segnato dalla pandemia e dalla transizione digitale ed ecologica, il 58,6% delle imprese con almeno 10 addetti ha realizzato attività innovative. È una svolta decisa, che coinvolge sia i colossi industriali che le piccole realtà produttive del Paese.

Le PMI non stanno a guardare: oltre una su due (55,8%) ha investito in innovazione. Sebbene le grandi imprese restino leader in termini di capacità innovativa (84,7% di attive), è evidente la diffusione della cultura dell’innovazione anche tra i piccoli.
In particolare, cresce l’attenzione all’efficienza dei processi, con il 53% delle imprese che ha introdotto nuove modalità produttive o organizzative.

Il settore più dinamico è l’industria in senso stretto, con un tasso di innovazione del 65,1%. Seguono i servizi (56,1%) e, più distanziate, le costruzioni (46,7%).
I comparti più “smart” invece si confermano la farmaceutica, l’elettronica e l’automotive, con un tasso di innovazione pari all’80%.

Innovazione green: le grandi aziende fanno scuola

Il 40,1% delle imprese innovatrici ha introdotto soluzioni a basso impatto ambientale. Ma è tra le grandi aziende che si registra l’impulso più forte: oltre il 62% ha integrato la sostenibilità nei propri percorsi innovativi. Risparmio energetico, riduzione delle emissioni e uso di materiali meno inquinanti sono le priorità.

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Nel 2022, le imprese hanno investito 30,6 miliardi di euro in innovazione, con una media di 5.400 euro per addetto. La voce principale? La ricerca e sviluppo (63% della spesa totale).

Collaborazione? Ancora un tallone d’Achille

Nonostante l’importanza riconosciuta delle partnership, solo il 22,7% delle imprese ha collaborato con soggetti esterni per innovare. A fare eccezione, ancora una volta, sono le grandi imprese (52,1%), che cooperano più spesso con università, centri di ricerca e fornitori strategici.

Solo il 20% delle imprese ha beneficiato di finanziamenti pubblici per innovare, mentre il 29,7% ha usufruito di agevolazioni fiscali.
Una criticità soprattutto per le PMI, frenate spesso dalla mancanza di risorse, indicata da una su quattro come ostacolo all’innovazione.



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