15 Giugno 2025
Google assolta in Messico: chiusa l’indagine antitrust pluriennale


L’autorità antitrust del Messico ha annunciato venerdì di aver chiuso il procedimento contro Google, scagionando il colosso tecnologico da qualsiasi possibile sanzione, dopo che un’indagine durata diversi anni ha stabilito che l’azienda non ha adottato pratiche monopolistiche nel Paese.

L’inchiesta, avviata nel 2020 dalla Commissione Federale per la Concorrenza Economica del Messico (Cofece), si era concentrata sui servizi di pubblicità digitale offerti da Google tramite la sua pagina di ricerca e su siti web di terze parti.

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L’indagine mirava a verificare se i servizi pubblicitari di Google, offerti sia attraverso la sua pagina di ricerca sia tramite siti terzi, conferissero all’azienda un vantaggio indebito nel settore della pubblicità digitale, in particolare in relazione alla struttura della sua piattaforma per l’acquisto di spazi pubblicitari online.

In una nota diffusa venerdì, Cofece ha dichiarato che la propria analisi ha determinato che agli utenti di Google non era richiesto di acquistare pubblicità su siti web di terze parti per poter fare pubblicità anche sul motore di ricerca di Google.

“Apprezziamo la decisione di Cofece che riconosce come i nostri prodotti offrano agli inserzionisti la libertà e il controllo necessari per utilizzare i nostri strumenti nel modo che meglio si adatta alle loro esigenze”, ha commentato un portavoce di Google.

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Google rischiava una multa fino all’8% del proprio fatturato annuo in Messico, qualora Cofece avesse riscontrato pratiche monopolistiche.

La capogruppo Alphabet non fornisce dati specifici sui ricavi in Messico nei propri report finanziari, ma secondo i risultati annuali per il 2024, il fatturato dell’azienda per la regione “altre Americhe”, che include l’America Latina, è stato di circa 20,4 miliardi di dollari.

Google si trova attualmente ad affrontare sfide antitrust in tutto il mondo, poiché le autorità di regolamentazione temono che il suo motore di ricerca le conferisca un vantaggio competitivo.

Negli Stati Uniti, un giudice distrettuale ha stabilito lo scorso anno che Google detiene un monopolio illecito nella ricerca online e nella pubblicità correlata.

Il Dipartimento di Giustizia statunitense, insieme a una coalizione di Stati, chiede che Google condivida i dati di ricerca e interrompa i pagamenti miliardari ad Apple e ad altri produttori di smartphone per essere il motore di ricerca predefinito sui nuovi dispositivi.

In un procedimento separato, un giudice federale USA ha stabilito che Google ha dominato illegalmente due mercati della tecnologia pubblicitaria online; il Dipartimento di Giustizia ritiene che Google dovrebbe cedere almeno la propria divisione Google Ad Manager, che comprende sia il server pubblicitario per editori sia la propria piattaforma di scambio pubblicitario.



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