
Serve accelerare sulla coesione. L’obiettivo è ridurre le disparità regionali; favorire l’inclusione delle aree più periferiche e marginalizzate. A disposizione tra risorse europee e nazionali ci sono circa 153 miliardi di euro.
A tanto ammontano i soldi per le politiche di coesione previste per il periodo che va dal 2021 al 2027. Risorse delle quali, finora è stato impegnata una quota che non arriva a un quinto, mentre la spesa si ferma tra il 4% e il 5% a seconda che si parli delle risorse dei governi nazionali o dei programmi strutturali europei. In questi ultimi sono compresi i cosiddetti Fondi per lo sviluppo regionale; il fondo sociale europeo Plus; il fondo di coesione( l’Italia non rientra nella programmazione per questo strumento); il fondo per la giusta transizione, che deve compensare gli effetti delle politiche per raggiungere la neutralità climatica. Tra gli strumenti c’è poi il Fondo europeo per gli affari marittimi, la pesca e l’acquacoltura. Con 42,2 miliardi assegnati l’Italia è dietro la Polonia il primo Paese beneficiario. A queste risorse vanno aggiunti ulteriori 31,8 miliardi di cofinanziamento nazionale, per un totale di 74 miliardi. Come emerge dall’ultimo dossier sul tema pubblicato dal Servizio studi della Camera dei Deputati dei fondi assegnati all’Italia sono stati già impegnati 13,5 miliardi, il 18%, e sono stati spesi 3,8 miliardi, vale a dire circa il 5%.
Altri 78,1 miliardi sono a valere sui Fondi di sviluppo e coesione nazionali, dei quali sono ancora da programmare poco più di 3,8 miliardi. I restanti o sono stati assegnati per legge, oppure suddivisi tra Regioni, (30,6 miliardi) e ministeri (13,8 miliardi).
Guardando allo Stato di avanzamento, fatta eccezione per gli accordi siglati con Sardegna e Puglia perché troppo recenti per rientrare nel monitoraggio, il Lazio è una delle regioni con il più alto tasso di spesa e di avanzamento degli impegni.
La percentuale dei pagamenti ammonta al 10,1%, superiore alla media nazionale del 4%. L’accordo con la Regione Lazio prevede l’assegnazione di oltre 2,4 miliardi, di cui 1,2 miliardi a valere sul Fondo di sviluppo e coesione. Soldi destinati a finanziare 217 interventi, la maggior parte dei quali per favorire la competitività delle imprese, per l’ambiente e le risorse naturali e per favorire trasporti e mobilità. Sul versante della spesa delle risorse europee il governo prova ad accelerare sull’attuazione
Come ricordano i tecnici di Montecitorio, il rischio è perdere risorse assegnate.
È la regola dei tre anni. Significa che se, ad esempio, una certa somma viene impegnata nel 2024, questa deve essere spesa entro il 31 dicembre 2027, altrimenti il rischio è la perdita delle risorse non spesa. Ecco perché è stato previsto un meccanismo che premia le Regioni più svelte a portare a termine gli interventi considerati prioritari.
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