26 Giugno 2025
Partecipa ora: 151 milioni di euro disponibili per le imprese, definisci il futuro!


Otto analisi tematiche per identificare necessità e priorità al fine di potenziare le imprese culturali. Gli stakeholder sono invitati a presentare proposte per le prossime Linee di Indirizzo

Fino al 7 giugno è possibile partecipare alla consultazione pubblica sul sito del Programma Nazionale Cultura 2021-2027 per formulare le Linee di Indirizzo relative agli avvisi dell’azione “1.3.1 – Sostenere la creazione, la crescita e la competitività delle imprese nel settore culturale e creativo”.
L’iniziativa prevede la creazione di un fondo di 151,71 milioni di euro, di cui 91,02 milioni provenienti dal Fondo europeo di sviluppo regionale e il resto da finanziamenti nazionali. Il fondo è destinato al sostegno di nuove imprese e al rafforzamento di quelle già esistenti nei vari settori della filiera culturale e creativa, tra cui musica, settore audiovisivo (inclusi film, cinema, televisione, videogiochi, software e multimedia, radio), teatro, danza e altre arti performative, patrimonio culturale materiale e immateriale (compresi archivi, biblioteche, musei), arti visive (inclusa la fotografia), architettura e design, letteratura e editoria, moda e artigianato artistico.

Le regioni coinvolte sono Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sicilia, alle quali si aggiungono Molise e Sardegna. La gestione del fondo è affidata a un ufficio centrale del Ministero della Cultura, che si avvale della collaborazione della Direzione Generale Creatività Contemporanea. Quest’ultima si occupa della redazione e adozione degli avvisi pubblici, nonché del monitoraggio e dello stato di avanzamento delle spese. La consultazione mira a stimolare un dialogo con gli stakeholder del settore culturale e creativo, sia pubblici che privati, attraverso l’analisi di otto schede tematiche dedicate a specifici ambiti culturali e creativi.
Queste schede hanno lo scopo di raccogliere informazioni utili sulle diverse filiere, sui loro bisogni e includono proposte per misure di supporto per ciascun settore. L’iniziativa coinvolge anche Ales – Arte Lavoro e Servizi spa, che ha selezionato e coordinato i professionisti incaricati della redazione delle schede.

Ogni analisi settoriale, dopo un’introduzione, si articola in tre parti: lo stato dell’arte, i bisogni e le priorità del settore rispetto ai tipi di progetti previsti dal programma. L’intero studio si estende per circa ottanta pagine e offre approfondimenti, spunti e proposte; alcuni aspetti particolarmente stimolanti sono evidenziati per invogliare alla lettura completa. Nella sezione dedicata al patrimonio culturale materiale e immateriale, che include archivi, biblioteche e musei, si sottolinea la necessità di digitalizzazione, creazione di reti e aggregazioni, aggiornamento tecnologico e co-progettazione tra enti pubblici e privati per un riconoscimento condiviso dei bisogni. Lo studio suggerisce il supporto allo sviluppo delle capacità imprenditoriali attraverso approcci personalizzati e l’utilizzo delle opportunità offerte dal web per migliorare le competenze tecniche. Tra le proposte figurano lo sviluppo di iniziative per attrarre investimenti privati, come incontri con fondi di private equity, banche e investitori istituzionali, sia nazionali che internazionali.

Nel settore delle arti visive, che include le gallerie d’arte, si evidenzia un notevole ritardo nello sviluppo nelle regioni target. In queste aree, infatti, risiede solo l’8,2% dei collezionisti italiani di arte contemporanea, design e fotografia, con una carenza simile nella presenza di gallerie e operatori commerciali. Molti comuni non dispongono di musei dedicati alle arti contemporanee. A differenza del Centro-Nord, dove l’ecosistema delle arti visive contemporanee è più consolidato, nelle regioni obiettivo si avverte l’esigenza di costruire un sistema robusto che formi e coinvolga costantemente nuovi pubblici, soprattutto giovani, anche attraverso forme come l’arte pubblica, la land art e la street art. È necessario quindi promuovere la creazione di reti e aggregazioni, anche attraverso portali digitali, per facilitare l’accesso a conoscenze, informazioni e partnership. Si sottolinea l’importanza di sviluppare piattaforme per la promozione delle opere d’arte, migliorare le infrastrutture tecnologiche e garantire un accesso user-friendly alle risorse online. Il settore potrebbe beneficiare del ritorno di creativi e artisti italiani residenti all’estero o dell’avvio di progetti di residenza per artisti e creativi stranieri, al fine di arricchire le aree prive di competenze e allinearle alle migliori pratiche internazionali.
Le azioni di sviluppo auspicate includono la creazione di applicazioni e piattaforme digitali per connettere luoghi d’arte, spazi espositivi multifunzionali, artisti, fotografi, creativi, artigiani e tradizioni locali, nonché la partecipazione a fiere, borse e forum di settore, sia in Italia che all’estero, per promuovere iniziative sperimentali locali. Si propone inoltre lo sviluppo di nuovi modelli di business per la produzione e distribuzione di opere d’arte basati su tecnologie digitali, l’acquisto di servizi innovativi per imprese e artisti come consulenza legale e fiscale, supporto alla comunicazione e al fundraising, organizzazione di incontri con buyer esteri, assistenza specialistica nelle tematiche internazionali per orientarsi sui nuovi mercati. Nella sezione dedicata ad architettura e design si evidenzia come questi settori contribuiscano a un processo tecnico-creativo che genera soluzioni progettuali attente anche alla gestione di scenari lavorativi mutevoli e complessi. Si considerano fenomeni diffusi nel settore creativo del Sud, come la crescita dei co-working, la nascita di movimenti di auto-produzione legati ai fablab, alla manifattura digitale e agli incubatori di start-up, fino alle forme di lavoro agile sviluppatesi durante la pandemia da Covid-19. Queste dinamiche hanno offerto a molti giovani operatori culturali qualificati, precedentemente emigrati al Nord, l’opportunità di rientrare nei territori di origine per lavorare da remoto. Si propone quindi lo sviluppo di progetti di riconversione di spazi ex-industriali e di nuovi ambienti multi-funzione, dedicati a percorsi di incubazione, attività laboratoriali, di sperimentazione e co-creazione condivisa per lo sviluppo dell’innovazione aperta. Si promuove lo sviluppo di nuovi processi che valorizzino il recupero, anche attraverso rielaborazioni innovative, di tecniche produttive legate alle tradizioni artigianali e artistiche distintive del territorio. Gli stakeholder possono inviare i propri contributi tramite un apposito modulo; al termine della consultazione le proposte ritenute valide potranno essere incluse nel documento delle “Linee d’Indirizzo” che guiderà gli avvisi.

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