29 Giugno 2025
Orlando: impatto devastante su imprese della canapa


di Erika Noschese

 

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La recente conversione in legge del Decreto Sicurezza ha assestato un duro colpo al settore della cannabis light in Italia, introducendo un divieto totale sulla produzione e commercializzazione delle infiorescenze. Una decisione che ha scatenato la reazione di migliaia di aziende e decine di migliaia di lavoratori, preoccupati per il futuro di una filiera che in Italia vale mezzo miliardo di euro.

Per capire le ricadute di questa nuova normativa sul territorio salernitano e quali strategie possano essere adottate per tutelare le imprese locali, abbiamo intervistato l’avvocato Lucio Orlando, vicedirettore provinciale e responsabile dell’ufficio legale di FenImprese Salerno, già figura di spicco nell’associazione Canapa in Mostra. Con l’avvocato Orlando approfondiremo l’impatto del divieto, le opportunità ancora percorribili per le aziende e le iniziative a sostegno del comparto.

Considerando il divieto totale di produzione e vendita di infiorescenze e derivati della cannabis light, ci sono stime sul numero di aziende e posti di lavoro che potrebbero essere a rischio nella provincia?

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«Il Decreto Sicurezza, nel vietare ogni attività legata alle infiorescenze di canapa sativa L., rischia di generare un impatto devastante sulle imprese del comparto. Nella provincia di Salerno, si stima che circa un centinaio di aziende, agricole, commerciali e trasformative operino direttamente nella filiera della cannabis light, senza tenere conto di senza considerare le ulteriori realtà che, pur operando in altri settori (quali rivendite di tabacchi, farmacie e parafarmacie), avevano inserito tali prodotti tra le referenze commercializzate. Il provvedimento comporterà, con ogni probabilità, la perdita quasi immediata – in alcuni casi totale – del fatturato per le imprese coinvolte e la perdita di circa 500 posti di lavoro, stagionali e non. Numerose imprese si trovano ora a dover gestire investimenti compromessi, mutui contratti su coltivazioni fino a pochi mesi fa considerate pienamente legali, e uno scenario normativo caratterizzato da forte instabilità interpretativa, con conseguenti rischi penali. Si evidenzia che non è sufficiente l’intervenuta illegittimità della vendita delle infiorescenze per ritenere automaticamente punibile la loro cessione o detenzione ed, infatti, non è sufficiente che il prodotto sia a base di Cannabis, ma occorre valutare l’effettiva capacità drogante del prodotto in concreto ceduto o detenuto. Rimane comunque fondamentale adottare la massima cautela, in attesa di eventuali chiarimenti legislativi e degli sviluppi giurisprudenziali di merito che seguiranno. A riguardo si segnala una recentissima sentenza del Tribunale del Riesame di Roma del 24.06.2025 che ha annullato il provvedimento di convalida di un sequestro operato ai danni di un’azienda a seguito dell’entrata in vigore della nuova normativa».

È stata salvata solo la produzione agricola di semi per “usi consentiti dalla legge”. Quali opportunità o limiti rappresentano per la filiera locale della canapa?

«Il Decreto Sicurezza lascia uno spiraglio unicamente per la coltivazione della canapa a scopi industriali, limitata agli usi esplicitamente previsti dalla Legge 242/2016, ad esempio per la produzione di sementi certificate, l’utilizzo di fibra e canapulo nell’edilizia sostenibile o come bioisolanti, per impieghi alimentari (olio e farine derivate dai semi) e cosmetici, purché senza residui di THC e per la produzione energetica, tramite biomassa. E’ evidente però che la proibizione delle infiorescenze compromette l’equilibrio economico di molte coltivazioni che si reggevano proprio sulla marginalità offerta da fiori e derivati. A livello locale, questo restringe drasticamente la redditività della filiera e rende necessaria una riconversione produttiva profonda e onerosa».

La vigilanza è affidata al Comando unità forestali, ambientali e agroalimentari dei Carabinieri. FenImprese Salerno ha intrapreso o intende intraprendere iniziative per supportare le aziende nell’adeguarsi ai nuovi controlli e per garantire la conformità alla normativa?

«Con l’attribuzione della vigilanza al Comando unità forestali, ambientali e agroalimentari dei Carabinieri, il rischio di accertamenti repressivi e contestazioni penali è concreto. FenImprese Salerno, per garantire tutela e prevenzione legale alle imprese associate, ha attivato un servizio legale di consulenza e audit documentale, per verificare la conformità delle produzioni residue e sta valutando di avviare una richiesta formale di interlocuzione con il Comando Provinciale dei Carabinieri Forestali, per chiarimenti operativi, margini di interpretazione e protezione delle imprese di buona fede. È inoltre in corso un’analisi giuridica preliminare per valutare l’eventuale avvio di azioni legali collettive, laddove emergano situazioni di danno ingiustificato o di provvedimenti di sequestro sproporzionati».

Lucio Orlando, avvocato: con la canapa light a Salerno 500 posti a rischio e danni per 100 aziende«FenImprese Salerno condivide le gravi preoccupazioni espresse da Coldiretti, in merito alla perdita del valore aggiunto per le aziende agricole locali. L’eliminazione delle infiorescenze dalla filiera della canapa priva gli imprenditori del principale sbocco economico, rendendo molte coltivazioni insostenibili. Le azioni che intendiamo promuovere per mitigare i danni includono una proposta di riconversione assistita con fondi regionali o PSR Campania, dedicata alle aziende che devono abbandonare la produzione di infiorescenze, un tentativo di promozione di una rete di aziende della canapa industriale, orientata su bioedilizia, green packaging, fibra tessile e cosmetica sostenibile ed il coinvolgimento degli enti locali per inserire la canapa industriale nei progetti di economia circolare e transizione verde del territorio».

Data la reazione della filiera e l’impatto economico stimato di mezzo miliardo di euro a livello nazionale, quali sono le prospettive future per la canapa industriale a Salerno?

«La sopravvivenza della filiera della canapa a Salerno richiederà un profondo ripensamento strategico. L’esclusione delle infiorescenze dal mercato legale impone di concentrarsi su settori alternativi e ad alto contenuto tecnologico, come ad esempio il settore dell’Edilizia green e materiali innovativi, con l’utilizzo del canapulo per pannelli isolanti e mattoni ecologici, sfruttando il mercato delle costruzioni sostenibili, il settore delle Bioplastiche e degli imballaggi compostabili, creando quindi anche una sinergia tra agricoltura e industria manifatturiera per sviluppare packaging a base di fibra di canapa, il settore della Nutraceutica e degli integratori a base di semi di canapa, sfruttando le proprietà nutrizionali elevate ed infine il settore Tessile tecnico naturale, con rilancio della fibra di canapa nella moda sostenibile».

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