
CRISPIANO – “Raccolgo e rilancio con convinzione la richiesta avanzata dalla Sindaca di Massafra, Giancarla Zaccaro, di coinvolgere il proprio Comune al tavolo dell’Accordo di Programma sul futuro dell’ex Ilva. Aggiungo che è fondamentale che anche Crispiano e Montemesola, insieme a Statte e Taranto, siano presenti e ascoltati. Non si può continuare a discutere del futuro di un’intera area senza includere tutte le comunità direttamente colpite”.
Lo ha dichiarato il sindaco di Crispiano, Luca Lopomo, intervenuto sulla questione del futuro del siderurgico di Taranto, in una fase assai delicata.
“Chiedo formalmente al Governo e al Ministero delle Imprese e del Made in Italy – ha detto Lopomo – che Crispiano, Massafra e Montemesola vengano inseriti nel tavolo dell’Accordo di Programma, come previsto dal D.Lgs 152/2005, art. 29-quarter, comma 15”.
“Solo attraverso un confronto trasparente, allargato e concreto sarà possibile immaginare un futuro diverso, che metta davvero al centro la salute, l’ambiente e il lavoro dignitoso”.
“Dal 1990 – scrive Lopomo – i nostri territori sono riconosciuti come Area ad Elevato Rischio di Crisi Ambientale, e dal 2012 come Area di Crisi Industriale Complessa, con l’obiettivo di avviare una vera riqualificazione economica, sociale e ambientale. L’esclusione dei Comuni come il nostro da un confronto così decisivo è inaccettabile”.
“Nei tavoli del Contratto Istituzionale di Sviluppo (CIS), Crispiano, insieme agli altri Comuni dell’area di crisi, ha già presentato progetti concreti per superare la monocultura dell’acciaio. Tra questi, uno in particolare merita di essere ripreso e rilanciato: la riconversione della cava Amastuola con il progetto visionario dell’architetto Massimiliano Fuksas. Un’opportunità che coniuga rigenerazione paesaggistica, cultura, energie rinnovabili e nuova occupazione. È il momento giusto per rimetterlo al centro della strategia per il futuro”.
“La partecipazione di tutti i comuni dell’area di crisi complessa al CIS, che con la nuova governance si dota anche di un braccio operativo funzionale all’attuazione delle previsioni di investimento, senza la partecipazione degli stessi attori all’accordo di programma della rete istituzionale ionica, configurerebbe una singolarità italiana, l’ennesima”.
“Una singolarità che imporrebbe la disconnessione tra pensiero e azione. In questa condizione, quand’anche si arrivasse alla definizione di un progetto territoriale di rilancio, le potenzialità sarebbero modeste. Come spesso è accaduto nell’ultimo decennio”.
“Il concorso inclusivo e partecipato alla definizione della strategia di rilancio del territorio è il presupposto minimo per riaccendere la speranza di futuro della nostra Comunità e fissare le basi di uno sviluppo moderno e condiviso”.
“Non chiediamo solo di essere informati: vogliamo essere parte attiva e responsabile delle decisioni. Il futuro dei nostri territori non può essere definito senza la nostra voce”.
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