
L’Unione Europea alza lo sguardo al cielo e punta dritto verso un’economia spaziale sempre più centrale nella geopolitica e nello sviluppo industriale globale. La Commissione europea ha infatti presentato ufficialmente una nuova strategia per affermare la leadership dell’Europa nello spazio, affiancata da un nuovo quadro normativo denominato EU Space Act.
L’obiettivo è chiaro: intercettare una quota sempre maggiore di un settore in rapidissima crescita, destinato – secondo le stime – a raggiungere un valore di 1.600 miliardi di euro entro il 2035. Una cifra che evidenzia il potenziale enorme del comparto spaziale, già messo in luce nei recenti rapporti Draghi e Letta sul futuro economico del continente.
Nonostante le eccellenze presenti in molti Paesi membri, l’industria spaziale europea oggi fatica a tenere il passo delle potenze concorrenti. Secondo i dati della Commissione, l’Europa detiene solo il 6% del mercato globale upstream, cioè quello legato alla progettazione, costruzione e lancio di satelliti e vettori. In termini di mercato accessibile, la quota potenziale si alza fino al 33%, ma resta comunque inferiore rispetto ad altri attori globali. Ancora più significativa è la situazione del cosiddetto downstream, ovvero l’utilizzo dei dati e dei servizi forniti dalle infrastrutture spaziali per applicazioni terrestri – come navigazione, telecomunicazioni, osservazione della Terra e monitoraggio ambientale – dove la quota europea si ferma al 19%. Proprio questo segmento, però, rappresenta secondo Bruxelles il motore principale della crescita futura.
Per colmare il divario e rafforzare l’autonomia strategica dell’Unione, la nuova strategia si articola in sei direttrici fondamentali. Si punta innanzitutto alla creazione di un mercato unico dello spazio, superando le frammentazioni nazionali e promuovendo l’integrazione tra gli operatori del settore. Parallelamente, si intende rafforzare l’industria europea e ridurre la dipendenza tecnologica da Paesi terzi, sostenendo la produzione interna e la sovranità nei settori chiave.
La formazione di una forza lavoro altamente qualificata sarà cruciale per rispondere alle sfide della space economy. Non meno importante sarà il rafforzamento della cooperazione internazionale e della diplomazia economica, strumenti indispensabili in un comparto sempre più strategico dal punto di vista geopolitico. La strategia prevede inoltre un sostegno deciso alla commercializzazione dello spazio, favorendo l’ingresso di nuovi attori e incentivando investimenti privati, in particolare nel mondo delle startup. Infine, viene ribadita la centralità della ricerca e dell’innovazione, leve essenziali per garantire competitività e autonomia tecnologica.
Con questo piano, l’Unione Europea intende non solo difendere il proprio ruolo nel panorama spaziale globale, ma diventare un attore chiave nella costruzione di una vera e propria economia dello spazio: autonoma, resiliente, competitiva e sostenibile. In un mondo in cui i dati satellitari influenzano ogni aspetto della vita quotidiana – dalla sicurezza alla mobilità, dalla comunicazione alla gestione delle emergenze – l’Europa non vuole restare spettatrice. Vuole giocare la sua partita, da protagonista.
Andrea Valsecchi
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