4 Luglio 2025
Ecco perché l’Italia può aspirare al ruolo di pioniere dell’economia sottomarina




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L’ambiente subacqueo è il nuovo orizzonte che nei prossimi anni plasmerà le relazioni internazionali, attrarrà l’interesse della ricerca scientifica e creerà nuove opportunità imprenditoriali. Circa l’80% del fondo marino è ancora inesplorato e, paradossalmente, è disponibile una mappatura più completa e precisa della superficie di Marte che dei nostri fondali oceanici.

Le esplosioni ai gasdotti Nord Stream, avvenute all’inizio della guerra tra Russia e Ucraina, hanno evidenziato l’importanza strategica delle infrastrutture marine, ma anche la loro vulnerabilità.

Il 9 giugno il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha preso parte al vertice sul Mediterraneo connesso, organizzato a Nizza a margine della Terza Conferenza delle Nazioni Unite sull’Oceano, dove ha annunciato che nel 2026 l’Italia ospiterà il primo Forum Euromediterraneo sull’acqua.

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Oleodotti, gasdotti, rigassificatori e cavi di telecomunicazione (che Tajani ha definito «le autostrade del nostro tempo») giacciono sui fondali marini e richiedono una sorveglianza costante e accurata, condizione scontata in ambito terrestre e aereo, ma estremamente complessa nel contesto subacqueo. Per garantire un approvvigionamento di energia continuo e sicuro, comunicazioni globali efficienti e una gestione sostenibile delle risorse minerarie marine, è imprescindibile investire in ricerca, innovazione tecnologica e nella collaborazione tra ambiti civili e militari.

Una nuova frontiera per l’estrazione di materie prime

L’esplorazione degli abissi richiede di affrontare difficoltà simili a quelle che si presentano nella ricerca spaziale, aprendo l’opportunità a sinergie che possono accelerare il progresso in entrambi i settori. Lo spazio e l’ambiente sottomarino sono strettamente connessi alla sicurezza e alle telecomunicazioni e stanno emergendo come nuove frontiere per l’estrazione di materie prime rare.

A differenza dello spazio, l’economia subacquea è ancora solo parzialmente contesa, coinvolge pochi Paesi e presenta una cornice legislativa in via di definizione. Si stima che entro il 2030, il mercato globale della subacquea raggiungerà 400 miliardi di euro. Un volume d’affari comparabile a quello che oggi smuove l’economia spaziale (la cosiddetta Space Economy).

Il fondale marino si sta quindi rapidamente affermando come scenario in cui si incontrano (e scontrano) interessi geopolitici, accademici e ambizioni di startup e di aziende innovative. L’Italia può coglierne le opportunità e prepararsi ad assumere il ruolo di pioniere.

Il Polo nazionale della dimensione subacquea

Nel 2023 a La Spezia è stato istituito il Polo nazionale della dimensione subacquea (Pns), in cui attori come Marina militare, Leonardo e Fincantieri sono protagonisti. Una fondazione presieduta dalla senatrice ligure Roberta Pinotti, già ministro della Difesa e sottosegretario nei governi Renzi e Gentiloni, ha il compito di coordinare le attività pubbliche e private coinvolte nel Polo.

A distanza di appena un anno e mezzo dalla sua costituzione, il Pns si è già imposto come riferimento per ricerca, sviluppo e innovazione nel mondo subacqueo, con l’avvio di 18 progetti in 18 mesi per un totale di 115 milioni di euro, grazie al contributo di 22 università e centri di ricerca, 11 grandi aziende, 34 piccole e medie imprese e 22 subfornitori.

Il 4 giugno di quest’anno Confindustria La Spezia ha ospitato l’evento Il Polo nazionale della dimensione subacquea, nuove sfide e opportunità per le imprese. Durante l’incontro l’ammiraglio Cristiano Nervi, responsabile operativo del Pns e direttore del Centro di supporto e sperimentazione navale (Cssn) della Marina militare, ha illustrato gli obiettivi strategici del Polo e ha presentato le opportunità di partecipazione per le imprese nei progetti innovativi.

La senatrice Pinotti ha ricordato che «siamo primi in Europa ad aver messo insieme una realtà con tali e tante competenze», evidenziando l’importanza di estendere questa realtà anche all’ambito civile, prospettando per l’Italia un ruolo di rilievo «a livello mondiale». Mario Gerini, presidente di Confindustria La Spezia, ha espresso l’ambizione di «costruire una vera e propria filiera italiana della subacquea», ribadendo l’impegno di Confindustria a «continuare a sostenere il comparto».

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Iniziative come quella del Polo nazionale della dimensione subacquea hanno il merito di fare confluire in progetti innovativi e strategici la grande capacità innovativa di tante piccole e medie imprese italiane che contribuiscono al tessuto economico del Paese. Tra sicurezza nazionale, innovazione tecnologica e investimenti privati, il mondo sottomarino presenta numerose opportunità che l’Italia non deve perdere. (riproduzione riservata)



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