REDDITUALE;
2. Stato patrimoniale: investimenti e finanziamenti EQUILIBRIO FINANZIARIO;
→
3. Rendiconto finanziario: entrate e uscite monetarie EQUILIBRIO MONETARIO.
→
’
• Soci/azionisti;
• management;
• dipendenti;
• sindacato;
• banche;
• altri finanziatori;
• clienti;
• fornitori;
• concorrenti;
• erario; 57
Contabilità e bilancio
• uffici studi;
• banche dati specializzati;
• potenziali acquirer.
’
1. Primo presupposto fondamentale: essere consapevoli dei limiti del bilancio d’esercizio
Ineliminabile soggettività nella determinazione dei valori stimati e congetturati;
➢ convenzioni contabili che condizionano la procedura di redazione del bilancio (in particolare il
➢ principio di realizzazione dei ricavi e il criterio del costo storico);
la redazione del bilancio è spesso influenzata da politiche contabili attuate al fine di contenere
➢ il reddito fiscalmente imponibile, ridurre le perdite d’esercizio o tendenti a stabilizzare il
reddito d’esercizio nel tempo.
2. Secondo presupposto fondamentale: le tradizionali tecniche di analisi di bilancio non hanno
validità universale
Le tradizionali tecniche dell’analisi di bilancio sono pienamente significative per:
imprese industriali, commerciali e di servizi (no banche e assicurazioni);
➢ imprese dotate di autonomia economica (non sistematicamente assistite da terze economie);
➢ imprese dotate di indipendenza economica (non appartenenti a gruppi aziendali).
➢
3. Terzo presupposto fondamentale: il bilancio deve riferirsi a un’impresa in normali condizioni
operative. In presenza di:
cessioni o acquisizioni, scorpori, fusioni, scissioni;
➢ interventi assistenziali;
➢ gestione interrotta per cause di forza maggiore e per periodi prolungati;
➢ interventi significativi di ristrutturazione produttiva, commerciale o amministrativa;
➢ ecc.
➢
Occorre considerare l’impatto di queste operazioni sui risultati dell’analisi di bilancio e sulla loro
interpretazione.
’
1) riclassificazione dei prospetti contabili;
2) analisi verticali e orizzontali dei prospetti contabili riclassificati;
3) calcolo di margini e indici;
4) costruzione del rendiconto finanziario (analisi dei flussi di cassa);
5) interpretazione ed espressione del giudizio. 58
Contabilità e bilancio
Riclassificazione dello stato patrimoniale
La riclassificazione dello stato patrimoniale aiuta ad analizzare la struttura quali-quantitativa degli
investimenti e delle fonti di finanziamento dell’impresa, nonché di verificarne la coerenza reciproca.
Il criterio di riclassificazione più utilizzato è il CRITERIO FINANZIARIO: gli elementi attivi e passivi del
patrimonio sono classificati in base alla loro attitudine a trasformarsi più o meno velocemente in
entrate/uscite monetarie.
È utilizzato soprattutto per verificare se esiste coerenza tra le scadenze temporali degli investimenti e
dei finanziamenti. È utile per apprezzare la solidità patrimoniale e la solvibilità dell’impresa.
Le attività sono classificate secondo il loro grado di liquidità, ossia in relazione alla loro attitudine a
trasformarsi in mezzi liquidi mediante operazioni di disinvestimento.
Le passività vengono aggregate in relazione al loro grado di esigibilità, cioè in funzione del tempo
entro il quale si prevede di sostenere l’esborso monetario per il loro rimborso.
(guarda slide per sigle)
1. Margine di tesoreria: (LI + LD) – PB
Esprime la capacità dell’impresa di far fronte al rimborso dei debiti a breve termine attraverso la
sua liquidità, senza dover realizzare le Disponibilità.
2. Capitale circolante netto: CCN = AB – PB
Esprime la capacità dell’impresa di far fronte al passivo a breve attraverso lo smobilizzo delle
poste dell’attivo a breve termine
3. Margine di struttura: MP – AFN
Esprime la capacità dell’impresa di dare copertura agli investimenti durevoli attraverso i mezzi
propri (ossia attraverso una posta vincolata a tempo indefinito all’economia dell’impresa).
Considerando solo le posto di natura finanziaria, si può determinare la:
4. Posizione finanziaria netta: PFN = LI + AB – (PB + PML)
Se PFN<0: indebitamento finanziario netto;
se PFN>0: disponibilità finanziaria netta (o cassa netta). 59
Contabilità e bilancio
Singole voci o aggregati di voci dei prospetti contabili vengono espressi in percentuale di una
grandezza di riferimento significativa.
Nella versione più semplice, si comparano i prospetti contabili relativi a due periodi successivi per
calcolare la variazione % intervenuta nelle voci/aggregati di bilancio da un periodo al successivo.
• Variazione in euro = valore anno n – valore anno n-1
• Variazione percentuale = variazione in euro/valore anno n-1 x 100
Riclassificazione del conto economico
Consiste nella classificazione delle voci di SP e di CE secondo differenti criteri, al fine di:
• individuare grandezze di per sé significative e segnaletiche;
• evidenziare risultati parziali e intermedi;
• cogliere con immediatezza le relazioni tra classi di valori;
• facilitare il successivo calcolo di indici tra classi di valori.
Permette di evidenziare la formazione progressiva del reddito d’esercizio, facilitando la comprensione
del contributo offerto da parte di gruppi omogenei di operazioni di gestione, denominate “gestioni
parziali”:
1. gestione caratteristica (o tipica): identifica il core business dell’azienda (la principale «ragion
d’essere») e comprende il sottosistema di operazioni che contraddistingue l’attività
economico-tecnica dell’impresa e le attività di supporto alla medesima;
2. gestione accessoria (o patrimoniale o extra caratteristica): comprende il sottosistema di
operazioni volto a produrre redditi addizionali in modo relativamente autonomo rispetto
all’attività caratteristica. Può essere suddivisa in: investimenti in capitale di prestito,
investimenti in capitale di rischio e investimenti immobiliari.
Gestione caratteristica + gestione accessoria = gestione operativa
3. gestione finanziaria: comprende il sottosistema di operazioni tramite il quale l’impresa dà
copertura al proprio fabbisogno finanziario tramite l’acquisizione di capitali a titolo di prestito.
Le operazioni dell’area finanziaria hanno quindi ad oggetto l’accensione, la rimunerazione e il
rimborso dei finanziamenti passivi;
4. gestione dei tributi (Ires+Irap): riguarda le operazioni di liquidazione e pagamento delle
imposte dirette, nonché il trattamento della fiscalità differita (imposte anticipate e differite);
5. oneri e proventi straordinari.
Il conto economico classifica i costi secondo la loro origine (natura) e raggruppa i costi della gestione
caratteristica nell’aggregato denominato: costo complessivo del venduto (CDV).
Esistono diversi modi di calcolare il CDV, che consentono di evidenziare altri risultati intermedi ai fini
gestionali: 60
Contabilità e bilancio
a. CE a costo industriale del venduto e risultato lordo industriale:
b. CE a valore aggiunto e margine operativo lordo (MOL):
Il VA è il valore che l’azienda è in grado di «aggiungere» a quello delle materie prime, dei servizi e di altri
fattori produttivi acquisiti all’esterno («costi «esterni») grazie al processo (interno) di trasformazione
economico-tecnica (svolto impiegando il fattore lavoro e le immobilizzazioni materiali e immateriali).
Quanto più elevato è il VA, tanto più grande sarà la componente di operazioni svolte internamente
dall’impresa (a parità di valore della produzione)
Il MOL è determinato contrapponendo ricavi e costi che, prima o poi, si trasformeranno in entrate o
uscite monetarie. Il MOL ha quindi una valenza segnaletica in chiave finanziaria perché dà indicazioni
sulla capacità della gestione caratteristica corrente di generare liquidità (Il MOL è un flusso di cassa
«potenziale»). 61
Contabilità e bilancio I principali indici di bilancio
Si esprime mediante la costruzione di rapporti o quozienti ritenuti particolarmente espressivi per
indagare la gestione aziendale nelle sue diverse dimensioni assumendo come base di partenza i
valori, gli aggregati ed i risultati intermedi ottenuti dalla riclassificazione dello SP e del CE.
Ha il vantaggio di trasformare i valori assoluti in valori relativi.
Gli indici di bilancio si compongono in un “sistema generale». Giudicare ogni indice isolatamente non
ha significato, perché solamente da un esame coordinato, svolto mettendo in luce le molteplici
relazioni tra gli indici, si possono ottenere informazioni utili.
Si possono individuare alcuni sottosistemi di indici relativi alle dimensioni rilevanti in cui è
indagabile l’assetto economico-finanziario globale dell’impresa (solidità, redditività, liquidità,
sviluppo).
Solidità: l’analisi cercherà di valutare le condizioni di equilibrio: 1. tra struttura patrimoniale
➢ (investimenti) e struttura finanziaria (finanziamenti), in termini di scadenze temporali; 2. tra
mezzi propri e mezzi di terzi (questi ultimi considerati anche nel loro mix per scadenza)
Redditività: l’analisi cercherà di valutare la congruità del: 1. rapporto tra una data
➢ configurazione di reddito e il correlato volume di capitale impiegato per produrlo; 2. rapporto
tra una data configurazione di reddito e grandezze espressive del volume di attività svolta (ad
esempio, il fatturato).
Liquidità: l’analisi cercherà di valutare la capacità di far fronte tempestivamente e a costi
➢ accettabili agli impegni verso i creditori
Sviluppo: l’analisi cercherà di capire se la crescita operativa (crescita del fatturato) e
➢ strutturale (ad esempio gli investimenti in immobilizzazioni materiali e immateriali a sostegno
della crescita operativa) sono sostenibili, cioè non compromettono redditività e solidità
dell’impresa.
’
Innanzitutto si possono calcolare indici espressivi del grado di dipendenza finanziaria da terze
economie. Ne esistono diverse varianti, tra le quali la più importante è il rapporto di indebitamento
globale: MT/MP
Se anziché i mezzi di terzi complessivi, si considerano solo i debiti a onerosità esplicita (passività
finanziarie o debiti finanziari), si può costruire il rapporto di indebitamento strutturale: PF/MP
Gli indici che permettono di esprimere un giudiz
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