Ieri il presidente americano Donald Trump ha annunciato la misura riservata all’Europa: dazi al 30% dal primo agosto. L’Italia rischia ricadute per 35 miliardi
Dazi al 30%, l’Europa valuta contromisure. Oggi riunione dei 27
Trump cala la scure sull’Europa: dazi al 30% dal primo agosto. «Se reagite aumenteranno, se aprite a noi i mercati le cifre potrebbero cambiare», avverte e posta la lettera su Truth. Stesso trattamento al Messico. Bruxelles valuta la rappresaglia già lunedì, oggi riunione degli ambasciatori dei 27. «Una scelta che sconvolge i rapporti commerciali: continueremo a trattare per l’accordo, ma adotteremo se necessario contromisure proporzionate per tutelare gli interessi europei», dice von der Leyen. Tra i trattativisti la premier Meloni, che garantisce «pieno sostegno» all’Ue, ma aggiunge che «non ha senso innescare uno scontro commerciale: buona volontà per un accordo equo». Le opposizioni all’attacco: «Governo scendiletto di Washington». L’Italia rischia ricadute per 35 miliardi. «La lettera di Trump mostra una sgradevole volontà di trattare», dice il presidente di Confindustria Orsini.
Merz, lavoro intenso per soluzione a dazi entro primo agosto
Le contromisure dell’Ue ai dazi annunciati da Donald Trump? “Non arriveranno prima del 1 agosto. Ho avuto colloqui intensi con Macron, con Ursula von der Leyen e venerdì con il presidente americano. Vogliamo usare le prossime due settimane e mezzo per risolvere la situazione”, ha affermato il cancelliere tedesco Friedrich Merz, rispondendo all’intervista in onda sull’emittente pubblica tedesca Ard. “Sono impegnato molto intensamente su questo”, ha aggiunto, sottolineando che i di dazi al 30% colpirebbero il cuore dell’economia dell’export tedesca.
Dazi: M5s, serve un piano d’emergenza per le imprese
“Il tessuto produttivo sta vivendo un’emergenza economica che non può ammettere altri tentennamenti o passi falsi. Il trio Meloni-Giorgetti-Urso è ormai completamente alla deriva, interessato solo agli incroci di potere e per nulla al deterioratissimo ambiente circostante. Gli annunciati dazi americani al 30%, che se confermati taglieranno altre risorse ingenti alla crescita, al Paese e al lavoro, sono solo l’ultimo smottamento di un Governo penosamente vanitoso e chiuso in una isolante bolla di autoelogio”. Lo affermano in una nota i parlamentari M5s delle commissioni Bilancio e Finanze di Camera e Senato. Oggi più che mai – sostengono – serve un Piano di emergenza per le imprese, con soldi veri e per investimenti davvero produttivi. Basta decreti e decretini. Serve un’azione potente e di ampio respiro. Il binario su cui si sono messi Meloni, Giorgetti e Urso è morto. La premier si fa vedere solo per accreditarsi presso circoli e circoletti. E quando riesce a vincere la sua afasia lo fa solo per pronunciare le parole ’spread’ e ’rating’. “Questo Governo non è all’altezza di tale emergenza. Lo hanno capito e detto indirettamente tutte le associazioni imprenditoriali”.
“Ma sia chiara una cosa – proseguono gli esponenti M5s -, a Confindustria e tutte le altre associazioni d’impresa: non basta sottolineare che qui non è più nemmeno utile una Legge di bilancio che di anno in anno monti e smonti senza la benché minima traiettoria per il Paese. Serve gente diversa nei ministeri e indipendenza dai circuiti di potere. Questo è, se vogliamo che gli allarmi della prossima prima pagina del Sole 24 Ore siano finalmente ascoltati”.
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